Sanificazione o pulizia degli studi professionali?
21 Aprile 2020
Il professionista è obbligato a effettuare la sanificazione del suo studio?
Ci si chiede in questi giorni, specie tra i professionisti, se sia necessario sanificare gli studi professionali che in occasione della fase 2 e dopo l’ultimo DPCM del 22 marzo, hanno avuto la possibilità di riaprire.
Il protocollo di intesa siglato tra Governo e Parti Sociali il 14 marzo 2020, per il contrasto e contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro, prevede, per le ditte non interessate dai provvedimenti di chiusura dai DPCM e dal Decreto MISE, una serie di misure quali le informazioni da fornire al personale dipendente, la sanificazione degli ambienti di lavoro, le modalità di accesso dei fornitori esterni, le precauzioni igieniche personali, la gestione degli spazi comuni, i dispositivi di protezione individuali.
Riteniamo, in particolare, che la sanificazione degli ambienti di lavoro riguardi e sia obbligatoria solo per quelle aziende e quegli studi professionali che in precedenza non siano stati investiti dalle misure di chiusura dei precedenti DCPM e che abbiano continuato, in ragione delle loro attività, a svolgere il lavoro nei relativi ambienti.
Quindi, gli studi professionali che non potevano rimanere aperti in virtù delle varie norme che si sono avvicendate in questa emergenza sanitaria, non sono obbligati a svolgere la sanificazione degli ambienti, cioè non sono obbligati a chiamare una ditta esterna, specializzata, per disinfettare e sanificare l’immobile e ottenere apposita certificazione di sanificazione.
Il Ministero della Salute, con circolare del 22/02/2020, n. 5443, ha specificato e chiarito che la sanificazione degli ambienti di uno studio professionale non sanitario, è obbligatoria laddove nello stesso vi abbiano soggiornato persone risultate positive al covid-19, peraltro la menzionata Circolare si esprime col termine “pulizia degli ambienti” e non “sanificazione”; riportiamo di seguito una parte delle predetta Circolare e in particolare quella che riguarda proprio gli ambienti non sanitari: “Pulizia di ambienti non sanitari. In stanze, uffici pubblici, mezzi di trasporto, scuole e altri ambienti non sanitari dove abbiano soggiornato casi confermati di COVID-19 prima di essere stati ospedalizzati verranno applicate le misure di pulizia di seguito riportate. A causa della possibile sopravvivenza del virus nell’ambiente per diverso tempo, i luoghi e le aree potenzialmente contaminati da SARS-CoV-2 devono essere sottoposti a completa pulizia con acqua e detergenti comuni prima di essere nuovamente utilizzati. Per la decontaminazione, si raccomanda l’uso di ipoclorito di sodio 0,1% dopo pulizia. Per le superfici che possono essere danneggiate dall’ipoclorito di sodio, utilizzare etanolo al 70% dopo pulizia con un detergente neutro”.
Avv. Massimo Baglieri